La via per salvare le anime materiali
Inviato: 24/01/2009, 10:45
La via per salvare le anime materiali
(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, vol.9, cap.182)
La via per salvare le anime materiali.
1. (Il Signore:) «Ma se un’anima, avendo ricevuto la pura Dottrina ed anche ben compreso la verità, pensa tra sé: “Ah, ora so che cosa sono tenuto a fare per la mia salvezza. Prima però di agire completamente di conseguenza, voglio tuttavia anche godere, solo per breve tempo, degli incanti e delle dolcezze di questo mondo, poiché mi sono offerti. Conoscendo ora infatti con chiarezza e precisione le vie per la completezza spirituale, l’importante certo non sarà proprio il momento preciso in cui poi voglio accedervi; quando vi accedo, allora sicuramente anche progredirò!”. Vedi, amico, allora l’anima comincia ad assaggiare gli incanti e le dolcezze del mondo, e poi anche presto a goderne a pieno, e conferisce così alla materia della propria carne un notevole sovrappeso; questo sovrappeso solo molto difficilmente, e spesso anche mai più affatto, la chiara visuale dell’anima nelle cose dello spirito è in grado di superarlo.
2. Ma poiché una tale anima, in seguito alla sua prima follia, a poco a poco affonda sempre di più nella materia, anche l’iniziale pura illuminazione spirituale diventa sempre più opaca. L’anima cade in ogni sorta di dubbi e, nella propria materiale pigrizia, ritiene che non valga più tanto la pena di rialzarsi e di fare, almeno per un breve periodo di solo alcuni giorni o settimane, un serio tentativo di mortificazione per accertarsi se ci sia pur tuttavia qualcosa, nella Dottrina rivelata dai Cieli, su come ottenere l’interiore, vera vita.
3. Sì, amico, una volta che una tale anima, diventata pigra per sua propria follia, vede poi attorno a sé anche degli uomini che col loro iniziale zelo si sono elevati all’interiore completezza di vita, ciò tuttavia non ha su di lei un effetto rilevante, e non la induce ad agire con autonomia. Quando proprio è ben disposta, si lascia bensì raccontare dagli uomini ridestati accanto a lei le meraviglie dello spirituale nell’uomo, e ogni tanto si fa anche vivo in lei il desiderio di essere lei stessa ciò che sono i perfetti. Ma subito dopo gli incanti di questo mondo già goduti e ancora da godere, operano subito in lei così possentemente che essa non può resistervi, e intanto pensa: “Già, dopo tutto non faccio poi qualcosa di male se anche non mi converto completamente subito! Questo e quello voglio ancora però prima vederli e provarli in questo mondo, e poi certo mi resterà magari anche abbastanza tempo per seguire le orme dei perfetti.”
4. E vedi, così poi pensano, concludono, simulano e calcolano ancor più i discendenti di quegli uomini divenuti in sé tiepidi e pigri. Essi nello spirito diventano totalmente tenebrosi e anche adirati, se solo si ricorda loro quello che dovrebbero fare come uomini per ottenere la completezza della vita interiore.
5. E così poi, da una generazione all’altra degli uomini, cresce e prospera quell’erbaccia che è la notte delle anime, in conseguenza della loro sempre più desta sete di piaceri mondani e della loro sempre crescente pigrizia, fino al punto che a Me poi non rimane altro da fare se non visitare tali uomini con ogni genere di piaghe e di giudizi per far loro sentire su se stessi la vanità e la malvagità delle loro aspirazioni mondane.
6. Quando, per mezzo di ogni genere di amarissime esperienze, essi sono stati portati al punto che loro stessi cominciano ad avere un vero disgusto per il mondo e per i suoi vani piaceri, allora soltanto è arrivato di nuovo il momento, come ora, di mostrare loro – per mezzo di nuove Rivelazioni dai Cieli – le vie per la Luce della Vita. Su queste vie poi molti cammineranno con ogni zelo, ma molti più ancora, troppo profondamente immersi nella notte del giudizio e della morte del mondo, pur tuttavia rimarranno dove sono, e perseguiteranno tutti coloro che vorranno destarli alla vita dello spirito. Ciò fino a quando i giudizi permessi su di loro li spazzeranno via dalla Terra come le tempeste spazzano via la paglia.
7. Sì, amico, da parte Mia il rapporto tra spirito, anima e corpo è già perfettamente soppesato con grandissima precisione per ogni uomo. Solo la follia degli uomini, questo antico peccato originale(1), ha pervertito questo buon rapporto.
8. Guarda l’antica leggenda del vostro Prometeo e di sua figlia Pandora fatta da lui stesso! Chi è dunque Pandora?
9. Vedi, rappresentata nella relativa metafora, essa è la follia dell’uomo e la sua sete di novità e di piaceri mondani, attraverso i quali egli poi viene incatenato alla dura materia! Se anche, di quando in quando, arriva da lui un’aquila dai cieli, e lo esorta fortemente a liberarsi dalla materia, ciò frutta poco. Infatti non appena l’aquila se ne va per qualche tempo, nell’anima di un tale uomo il fegato, simbolo delle sue voglie mondane, gli è di nuovo pienamente ricresciuto, e l’aquila celeste può cominciare da capo a mangiarlo nuovamente. Comprendi tu questa buona immagine?
10. Ma guarda inoltre quello che lo stesso Mosè dice, in un’immagine più chiara, della prima coppia umana, e vi troverai proprio la stessa cosa!
11. Ma se è così, vedi, allora non è colpa Mia il peggioramento degli uomini.
Io misi nell’anima una piccola preferenza per il mondo, d’altra parte però feci arrivare contemporaneamente dai Cieli una piena Luce, con la quale l’anima con un leggero sforzo può vincere la piccola preferenza per il mondo. Comprendi tu, amico, una tale cosa?».
12. A questo Mio insegnamento, che anche tutti gli altri avevano ascoltato con la massima attenzione, il romano Mi ringraziò, e così pure tutti gli altri eccetto quell’unico, a cui la Mia testimonianza non andò a genio.
(1) Letteralmente: peccato ereditario. Nota del traduttore.
(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, vol.9, cap.182)
La via per salvare le anime materiali.
1. (Il Signore:) «Ma se un’anima, avendo ricevuto la pura Dottrina ed anche ben compreso la verità, pensa tra sé: “Ah, ora so che cosa sono tenuto a fare per la mia salvezza. Prima però di agire completamente di conseguenza, voglio tuttavia anche godere, solo per breve tempo, degli incanti e delle dolcezze di questo mondo, poiché mi sono offerti. Conoscendo ora infatti con chiarezza e precisione le vie per la completezza spirituale, l’importante certo non sarà proprio il momento preciso in cui poi voglio accedervi; quando vi accedo, allora sicuramente anche progredirò!”. Vedi, amico, allora l’anima comincia ad assaggiare gli incanti e le dolcezze del mondo, e poi anche presto a goderne a pieno, e conferisce così alla materia della propria carne un notevole sovrappeso; questo sovrappeso solo molto difficilmente, e spesso anche mai più affatto, la chiara visuale dell’anima nelle cose dello spirito è in grado di superarlo.
2. Ma poiché una tale anima, in seguito alla sua prima follia, a poco a poco affonda sempre di più nella materia, anche l’iniziale pura illuminazione spirituale diventa sempre più opaca. L’anima cade in ogni sorta di dubbi e, nella propria materiale pigrizia, ritiene che non valga più tanto la pena di rialzarsi e di fare, almeno per un breve periodo di solo alcuni giorni o settimane, un serio tentativo di mortificazione per accertarsi se ci sia pur tuttavia qualcosa, nella Dottrina rivelata dai Cieli, su come ottenere l’interiore, vera vita.
3. Sì, amico, una volta che una tale anima, diventata pigra per sua propria follia, vede poi attorno a sé anche degli uomini che col loro iniziale zelo si sono elevati all’interiore completezza di vita, ciò tuttavia non ha su di lei un effetto rilevante, e non la induce ad agire con autonomia. Quando proprio è ben disposta, si lascia bensì raccontare dagli uomini ridestati accanto a lei le meraviglie dello spirituale nell’uomo, e ogni tanto si fa anche vivo in lei il desiderio di essere lei stessa ciò che sono i perfetti. Ma subito dopo gli incanti di questo mondo già goduti e ancora da godere, operano subito in lei così possentemente che essa non può resistervi, e intanto pensa: “Già, dopo tutto non faccio poi qualcosa di male se anche non mi converto completamente subito! Questo e quello voglio ancora però prima vederli e provarli in questo mondo, e poi certo mi resterà magari anche abbastanza tempo per seguire le orme dei perfetti.”
4. E vedi, così poi pensano, concludono, simulano e calcolano ancor più i discendenti di quegli uomini divenuti in sé tiepidi e pigri. Essi nello spirito diventano totalmente tenebrosi e anche adirati, se solo si ricorda loro quello che dovrebbero fare come uomini per ottenere la completezza della vita interiore.
5. E così poi, da una generazione all’altra degli uomini, cresce e prospera quell’erbaccia che è la notte delle anime, in conseguenza della loro sempre più desta sete di piaceri mondani e della loro sempre crescente pigrizia, fino al punto che a Me poi non rimane altro da fare se non visitare tali uomini con ogni genere di piaghe e di giudizi per far loro sentire su se stessi la vanità e la malvagità delle loro aspirazioni mondane.
6. Quando, per mezzo di ogni genere di amarissime esperienze, essi sono stati portati al punto che loro stessi cominciano ad avere un vero disgusto per il mondo e per i suoi vani piaceri, allora soltanto è arrivato di nuovo il momento, come ora, di mostrare loro – per mezzo di nuove Rivelazioni dai Cieli – le vie per la Luce della Vita. Su queste vie poi molti cammineranno con ogni zelo, ma molti più ancora, troppo profondamente immersi nella notte del giudizio e della morte del mondo, pur tuttavia rimarranno dove sono, e perseguiteranno tutti coloro che vorranno destarli alla vita dello spirito. Ciò fino a quando i giudizi permessi su di loro li spazzeranno via dalla Terra come le tempeste spazzano via la paglia.
7. Sì, amico, da parte Mia il rapporto tra spirito, anima e corpo è già perfettamente soppesato con grandissima precisione per ogni uomo. Solo la follia degli uomini, questo antico peccato originale(1), ha pervertito questo buon rapporto.
8. Guarda l’antica leggenda del vostro Prometeo e di sua figlia Pandora fatta da lui stesso! Chi è dunque Pandora?
9. Vedi, rappresentata nella relativa metafora, essa è la follia dell’uomo e la sua sete di novità e di piaceri mondani, attraverso i quali egli poi viene incatenato alla dura materia! Se anche, di quando in quando, arriva da lui un’aquila dai cieli, e lo esorta fortemente a liberarsi dalla materia, ciò frutta poco. Infatti non appena l’aquila se ne va per qualche tempo, nell’anima di un tale uomo il fegato, simbolo delle sue voglie mondane, gli è di nuovo pienamente ricresciuto, e l’aquila celeste può cominciare da capo a mangiarlo nuovamente. Comprendi tu questa buona immagine?
10. Ma guarda inoltre quello che lo stesso Mosè dice, in un’immagine più chiara, della prima coppia umana, e vi troverai proprio la stessa cosa!
11. Ma se è così, vedi, allora non è colpa Mia il peggioramento degli uomini.
Io misi nell’anima una piccola preferenza per il mondo, d’altra parte però feci arrivare contemporaneamente dai Cieli una piena Luce, con la quale l’anima con un leggero sforzo può vincere la piccola preferenza per il mondo. Comprendi tu, amico, una tale cosa?».
12. A questo Mio insegnamento, che anche tutti gli altri avevano ascoltato con la massima attenzione, il romano Mi ringraziò, e così pure tutti gli altri eccetto quell’unico, a cui la Mia testimonianza non andò a genio.
(1) Letteralmente: peccato ereditario. Nota del traduttore.