Dove si trovano il Cielo e l'Inferno?
(dal libro IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI, vol.6, cap.33)
Cielo e Inferno.
1. Allora Filopoldo disse: «O Signore, io e certamente tutti noi Ti ringraziamo dal più profondo del nostro cuore per questa spiegazione delle dottrine degli antichi sapienti, spiegazione quanto mai grandiosa, sublime, che mi è ormai perfettamente chiara! Sì, ora la cosa mi si è resa evidente, chiara e comprensibile, mentre prima mi doveva apparire senz’altro come un’assurdità colossale! Certamente, tutto ciò io lo potrò vedere e comprendere con chiarezza assoluta soltanto quando mi sarò spogliato di ogni elemento materiale.
2. Per ora mi è sufficiente aver la visione del come, pure esistendo nel tempo e nello spazio, ci si possa tuttavia trovare benissimo e davvero, conformemente a pienissima verità, completamente fuori del tempo e dello spazio. Però vi è ancora una cosa che desidererei Tu mi spiegassi in poche parole, e cioè che ubicazione veramente va assegnata al Cielo e quale al misero Inferno dei quali ho già udito tanto parlare e ho letto tante cose. Infatti sta scritto: “Questi saranno assunti su nel Cielo, e quelli verranno gettati giù nell’Inferno!”. Che cosa e dove è il su, e cosa è e dove è il tanto terribile giù?»
3. Dico Io: «Ecco, sulla sedia dove tu ora siedi, dal punto di vista terreno, possono benissimo trovarsi strettamente l’uno accanto all’altro Cielo e Inferno, e tuttavia nel regno dello spirito questi sono separati da un abisso tale che non si può vederne il fondo! Ma ti dirò ancora di più.
4. Qui, dove Io Mi trovo vicino a voi, è il supremo dei Cieli, e questo si denomina l’Alto; e sempre qui, dove Io Mi trovo vicino a voi, c’è anche il più profondo e perfidissimo Inferno, e ciò si denomina il Basso!
5. Le condizioni spaziali non fanno alcuna differenza a questo riguardo, ma la fa unicamente lo stato spirituale che, come hai visto, non ha assolutamente nulla di comune con la condizione materiale, perché nel regno degli spiriti solamente la condizione della vita costituisce un giusto e vero divario, dato che le condizioni spaziali nel senso terreno non possono avere qui nessun significato, ma allo scopo di rendervi la cosa ancora più chiara e comprensibile, farò seguire alcuni esempi.
6. Ammettiamo che qui, sulla stessa panca, sedessero due persone l’una vicino all’altra; una è un devoto sapiente dallo spirito illuminato ed iniziato in moltissimi misteri dell’agire delle forze divine nel mondo naturale; mentre l’altra è invece un malfattore indurito il quale su quella stessa panca riposa le sue membra e, come un qualsiasi altro galantuomo, si fa servire vino e pane per ristorarsi soltanto allo scopo di poter poi all’aperto dedicarsi con tanta maggiore facilità al suo perverso mestiere. Ebbene, quanto vicine sono dunque queste due persone dal punto di vista dello spazio terreno, e quanto invece sono infinitamente lontane l’una dall’altra dal punto di vista dello spirito!
7. Ed ora supponiamo che il nostro sapiente si trovasse seduto qui con noi su questa panca e che circa nelle identiche condizioni, ammettiamo a mille giornate di cammino da qui, si trovasse seduto un altro sapiente. Questi due esseri simili tra di loro si troverebbero, dal punto di vista dello spazio terreno, molto distanti l’uno dall’altro, mentre nel regno dello spirito sarebbero invece vicinissimi, come è anche letteralmente il caso nel Mio Regno.
8. Ma da tutto ciò risulta di nuovo chiarissimo che per ogni uomo buono il Cielo si trova appunto là dove egli si trova, e che tutti i buoni e puri simili a lui si troveranno essi pure nella sua immediata vicinanza. Infatti, la cosa non è affatto così come se qualcuno dicesse: “Vedi, il Cielo è qui, oppure è là, oppure è al di sopra di tutte le stelle; l’Inferno invece si trova in qualche luogo profondissimo sotto la Terra!”. Tutto ciò non dipende dal tempo e dallo spazio terreno, e non si presenta neppure in qualche modo con grande pomposità e sfarzo esteriori come una vana cerimonia nel Tempio, ma è celato nel più intimo dell’uomo.
9. Dunque, quale sarà lo stato interiore dell’uomo, tale sarà pure nell’Aldilà la condizione del mondo che egli fuori da se stesso si creerà e nel quale e sul quale egli poi vivrà, buono o cattivo che potrà essere.
10. Per tutti coloro che sono nella verità e così pure nella vera luce fuori dalla Mia Parola per effetto della fede vivente e della conseguente azione secondo la Parola, per loro anche il mondo, nella misura più perfetta simile a questa Terra, sarà nel Mio Regno luce e verità per tempi eterni e in proporzioni che aumenteranno sempre; coloro invece che permarranno per proprio volere nel falso e quindi nel male, pure il loro mondo si troverà costituito così come sarà costituito l’intimo del loro cuore, in proporzioni che sempre si accrescono! Infatti, come un uomo veramente buono diventa sempre migliore, altrettanto succede del cattivo il quale diventa sempre più perverso, e quindi, per quanto riguarda il suo stato, si distanzia sempre più dal buono, cosa questa che si può chiarissimamente constatare già su questo mondo.
11. Considerate un po’ quegli individui nei quali l’orgoglio va accendendosi sempre di più fino a diventare ardente avidità di dominio! Quando essi, grazie al loro potere tirannico, hanno ridotto a schiavi miserabilissimi molte migliaia di uomini, allora raccolgono delle orde ancora maggiori di guerrieri, invadono i paesi degli altri re, li conquistano e depredano i re della loro terra, dei loro popoli e dei loro tesori. E quando, così continuando, hanno conquistato e reso infelice mezzo mondo, allora essi si ritengono già simili a Dio, si innalzano addirittura al di sopra di Lui, si fanno adorare e minacciano le pene più orribili contro chiunque osi sacrificare ad un altro Dio che non sia esclusivamente lo zar di questo genere. A questo riguardo noi abbiamo un esempio lampante nel re di Babilonia Ne bouch Kadne zcar (“All’infuori di me, il re, non c’è altro dio”), ed attualmente pure nei sommi sacerdoti, negli scribi e nei farisei, i quali pure si ritengono le uniche autentiche divinità e vanno attentando alla Mia vita, tanto anzi che verrà un tempo nel quale sarà concesso loro di raggiungere lo scopo, uccidendo questo Mio corpo, certamente per tre giorni soltanto, trascorsi i quali Io per Potenza Mia propria risorgerò, e solo allora precipiterà su di loro il giudizio e sarà giunta la loro fine.
12. Ma da ciò voi tutti potete afferrare quasi con mano che il perverso si fa anche sempre più perverso, come altresì il buono si rende sempre migliore, con la differenza soltanto che al male è posta una misura, e nei suoi riguardi è stabilito: “Fino a qui soltanto, e non un passo di più!”. Infatti, poi deve seguire sempre un grande giudizio punitore mediante il quale i malvagi possono venire indotti a meditare sui loro casi, e non è escluso che l’uno o l’altro possano incamminarsi per una via migliore.
13. Io ora vi ho mostrato come procedono le cose su questo mondo, ma altrettanto avviene nell’Inferno; con la sola differenza soltanto che là – intendo parlare di tutto il regno degli spiriti – i buoni, gli umili, i pazienti e coloro che si affidano a Dio sono per l’eternità separati da ogni altro; e per conseguenza unicamente i malvagi esplicano completamente nell’Inferno la loro attività falsa e maligna per quanto del tutto inutile e vana! Inutile e vana perché la loro luce è falsità ed inganno, una parvenza assolutamente vuota come il sogno di un ricco crapulone ubriaco e rimpinzato di cibo!
14. Io credo che ormai voi tutti ci vedete ben chiaro nella cosa! Noi dunque vogliamo trascorrere quello che resta di questa notte in perfetta serenità e letizia. Se a qualcuno occorrerà ancora qualcosa, avremo tempo di occuparcene quasi fino al tempo della Pasqua, perché, fino ad allora Io Mi tratterrò qui presso l’amico Kisjonah. E tu, o Filopoldo, dimMi se ormai ti è tutto chiaro»