(GVG10/161)
Il Signore rivela a Jakob Lorber, nel 1864, che Pietro, il primo apostolo, venne ucciso dai sacerdoti di Baal e venne seppellito nel sepolcro reale della nuova città di Babilonia (Baghdad). La diffusione della Dottrina del Signore nell’intera città di Babilonia e in quasi tutto il Paese da parte dell’apostolo Marco.
1. Presso questo re, alcuni anni dopo, è stato molto bene accolto l’apostolo Matteo con il suo accompagnatore, durante il suo viaggio verso l’India, e si trattenne da lui un anno intero.
2. Ma quando Matteo volle proseguire il suo viaggio per l’India con il suo accompagnatore, allora il re gli diede una scorta sicura fino ai confini del suo regno, e così questo apostolo fu uno dei primi testimoni di Me presso questo re. E nella città, che allora si chiamava ancora Babilonia - sebbene l’antica Babilonia fosse costituita da un gran mucchio di macerie, piuttosto lontano da questa città - Matteo voleva fare conversioni fra i pagani, i quali per lo più erano servitori di Balam.
3. Il re però gli sconsigliò questo e disse: “È sufficiente che io e la mia corte
sappiamo e comprendiamo ciò che dobbiamo credere e a che punto stiamo con questa fede; al resto provvederemo io e mio figlio. Infatti non vorrei lasciarvi in balìa della sconfinata rabbia dei miei sacerdoti. Ma quando, a poco a poco, questi moriranno, e io avrò provveduto affinché dopo di loro non vengano più dei sostituti, allora sarà più facile trattare con il popolo”.
4. Di questa dichiarazione del re i due apostoli furono contenti, e non si preoccuparono più di diffondere la Mia Dottrina fra i popoli di questo re.
5. Ma sette anni più tardi arrivò comunque Pietro con suo figlio Marco da questo re, egli pure fu accolto benissimo e fece anche delle proposte al re per far conoscere a poco a poco la Mia Dottrina almeno alla città.
6. Il re, che voleva molto bene a Pietro, come anche a Marco, sconsigliò a Pietro una cosa simile, sapendo bene da che spirito fossero animati i suoi sacerdoti di Baal(1), e disse espressamente a Pietro: “Vedi, qui viviamo in un Paese che, specialmente proseguendo verso est fino al grande fiume Gange, pullula di ogni specie di bestie selvagge e feroci, e non meno di ogni specie di erbe velenose! Ma dove il Signore Dio lascia crescere tali animali e piante velenose in grande quantità, là sicuramente sia il terreno, sia anche e specialmente l’aria, sono affollati di cattivi spiriti e di diavoli, e questi corrono in giro come affamati e ruggenti leoni, tigri, pantere e iene, e cercano di trovare qualcuno della classe degli uomini per divorarlo.
7. Le bestie che ho detto sono inferocite e molto cattive, e solo con grande pericolo si può dar loro la caccia; ma mille volte ancora peggiori sono i miei sacerdoti di Baal. Infatti ciascuno di loro ha per lo meno mille diavoli in sé, e non facilmente qualcun altro può opporsi ad essi con efficacia, se non io soltanto, con la mia massima severità e con i miei soldati, i quali per la maggior parte sono ebrei, greci
e romani, essendo io stesso come re solo un vassallo di Roma, ciò che a voi sarà noto, dato che l’Impero Romano arriva fino al Gange. Solo dopo il Gange inizia il grande impero indiano, i cui confini però nessuno di noi ancora conosce.
8. Questo consiglio del re piacque bensì a Pietro, però egli intimamente sentiva
una spinta a tenere delle conversazioni sulla Mia Dottrina e sul Mio Regno con gli uni e gli altri cittadini di questa città. Di questo naturalmente ebbero presto notizia anche i sacerdoti, i quali fecero a Pietro, tramite loro messaggeri, la proposta di far conoscere anche ad essi una tale beatificante Dottrina.
9. È vero che Pietro non si lasciò indurre a ciò per parecchio tempo, specialmente perché il suo figlio ed aiutante Marco lo metteva in guardia seriamente dal farlo e gli diceva anche sempre: “Lascia qui al re l’iniziativa per la nostra questione, e non agiremo contro la Volontà del Signore se qui seguiamo il consiglio del re!”.
10. Ma Pietro, dopo un paio d’anni, uscì tuttavia una volta fuori città, come a fare una passeggiata, e là trovò parecchi mendicanti e ammalati. Ai poveri fece elemosine, e gli ammalati li guarì con la Forza del Mio Spirito dimorante in lui.
11. Durante questa azione miracolosa sopraggiunsero parecchi sacerdoti di Baal,
riconobbero Pietro e lo pregarono, molto fervorosamente, di recarsi con loro un po’ a piedi e verso l’interno del Paese.
12. Ed egli diede ascolto alle loro molte preghiere e fedeli assicurazioni, poiché gli diedero a intendere che in una località molto vicina si trovava una quantità di
ammalati che nessun medico era in grado di curare, e che se egli avesse guarito anche costoro, allora anch’essi e tutti gli altri sacerdoti avrebbero accettato la sua
dottrina e avrebbero, di propria mano, distrutto i loro templi.
13. Dopo questo discorso Pietro andò con questi sacerdoti e, dopo un’ora di cammino, giunse con essi davvero in una località in cui c’erano una quantità di ammalati di febbre e di ossessi, che egli guarì tutti, e perfino risvegliò anche un morto alla vita.
14. Ma i guariti cominciarono a lodare Pietro e dicevano: “Costui deve essere inviato dal vero Dio, altrimenti non gli sarebbe possibile, esclusivamente con la sua parola, ottenere in noi una cosa simile, che tutti i nostri dèi, così numerosi, non furono mai in grado di ottenere”.
15. Ma questo discorso rese rabbiosi oltre ogni misura i sacerdoti che accompagnavano Pietro. E allora essi con cordialità, ma solo esteriore, lo costrinsero a visitare con loro un’altra piccola località, alla quale si poteva giungere attraverso un bosco di mirti e di rose. In questo bosco essi afferrarono Pietro, lo spogliarono delle sue vesti, lo ammazzarono e lo appesero poi per i piedi a un albero di mirti rinsecchito, al quale fissarono in basso un albero trasversale, ed a quest’ultimo legarono con lacci le sue mani, lo lasciarono là così appeso e se ne ritornarono poi in città per un’altra strada.
16. Ma poiché, per il re, Pietro restava fuori troppo a lungo, allora egli lo fece cercare dappertutto, sia dentro che fuori dalla città, e solo al secondo giorno gli
riuscì di trovare Pietro nel bosco di mirti, morto e molto malconcio.
17. Nel frattempo però il re fu anche informato dai guariti che i sacerdoti della città lo avevano portato da loro in tutta cordialità, ed egli li aveva resi miracolosamente sani, e inoltre aveva anche risvegliato un morto di nuovo alla vita. A questo si aggiungeva ancora che egli era poi proseguito con i sacerdoti, a piedi e verso l’interno del Paese.
18. Il re fu molto rattristato di questo, fece seppellire Pietro con onori regali, nel
sepolcro reale, e fece portare anche l’albero di mirti nel suo sepolcro.
19. Ma agli oltre duemila sacerdoti in questa città andò poi male. Il re non ne risparmiò neppure uno e li fece uccidere tutti dai suoi soldati e poi condurre, con più di quattrocento carri, molto fuori dalla città, in un deserto, dove li fece gettare giù dai carri, e là poi servirono da pasto alle molte bestie feroci.
20. Ma il discepolo Marco cominciò allora, con l’aiuto del re e dei nostri due noti amministratori, a convertire alla Mia Dottrina gli uomini di quasi tutta la città, e non passò neanche un anno che fu convertita alla Mia Dottrina con grande pienezza di Benedizione l’intera città, e per suo mezzo, poco dopo, anche quasi tutto il Paese.
21. (Con questo Io do a voi, Miei recentissimi discepoli, in questa occasione,
la conoscenza di dove e come è finito, per questo mondo, il primo apostolo; dunque non a Roma, né tanto meno a Gerusalemme, bensì nella nuova città di Babilonia, che più tardi ricevette il nome saraceno di Baghdad.)
22. Ma questo Io non lo raccontai ai discepoli [di allora] presso il nostro oste
nella città a voi nota, bensì lo racconto solo ed esclusivamente a voi in questo tempo, ed ora possiamo rioccupare il nostro precedente posto, seduti ancora al tavolo dell’oste.
(1)Baal era una divinità adorata da quasi tutti i popoli del Medio Oriente e dall’Africa. Spirito della fertilità, presiedeva ai fenomeni della Natura. Al tempo del re Achab nel regno di Israele c’erano ben 450 sacerdoti di Baal, perciò Baal fu sempre considerato dai profeti il simbolo per antonomasia dell’idolatria. [N.d.R]