Jakob Lorber












  

















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Il servo "scrivano di Dio"
   
   1. Lorber iniziava quest'occupazione di scrittura, che da allora in poi costituì il compito principale della sua esistenza, quasi ogni giorno già di buon mattino, prima della colazione, che non di rado nel suo entusiasmo lasciava perfettamente intatta. D'inverno egli sedeva, generalmente con un berretto sulla testa, ad un piccolo tavolino proprio accanto alla stufa, e, tutto concentrato in sè, conduceva ininterrottamente la penna con discreta velocità, senza però fare una pausa per riflettere oppure per correggere un passaggio dello scritto, come qualcuno al quale viene dettato qualcosa da altri.
   2. Parlando di ciò, egli riferì anche varie volte che, durante l'audizione della Voce che gli parlava interiormente, egli aveva anche la visione figurativa di quanto udiva. A quanto asseriva, però, egli comunicava più facilmente quanto percepiva interiormente se poteva esprimerlo verbalmente ad un'altra persona. Ed infatti egli dettò ad alcuni dei suoi amici dei singoli saggi, anzi perfino opere intere di varie centinaia di pagine. In tal caso egli sedeva accanto a chi scriveva guardando tranquillamente davanti a sè e senza mai interrompere il flusso della parola, oppure aggiungendo una qualche frase, oppure neanche modificando una sola espressione. E quando la sua dettatura veniva per caso interrotta per breve o lungo tempo, perfino per giornate e settimane, egli era in grado di proseguire subito, nel giusto contesto, quanto dettato fino a quel momento, senza aver riletto dello stesso che le ultime parole o righe.