Ritorno a casa
1. Due giorni prima che questo veramente accadesse, egli si trovava ancora in visita presso dei conoscenti che a volte andava a trovare. E la padrona di casa gli aveva preparato una pietanza che era una delle sue preferite. Egli lo gustò con comodo e poi disse: "E' stato molto buono, ma fra due giorni io non vivrò più".
2. Si cercò di levargli dal capo quell'idea, ma egli persistette nella sua affermazione che in realtà si avverò.
3. Già il giorno seguente quando, dopo il pasto, stava rientrando a casa, fu colto per strada da un improvviso sbocco di sangue che però egli prese così poco sul serio che alla sera ancora si recò a far visita alla sua solita compagnia.
4. Ma già al rientro venne colto di nuovo da un violento sbocco di sangue che non cessò più, tanto più che Lorber al suo arrivo a casa, per non disturbare il riposo notturno dei propri vicini, non richiese alcun aiuto.
5. Il mattino dopo lo si trovò ancora vestito, coricato con la faccia rivolta alla parete e con le lenzuola coperte di sangue. Un medico fatto venire dalle vicinanze gli propinò un medicinale, ma dichiarò che ogni aiuto umano era già inutile.
6. Allora si mandò in fretta alla vicina parrocchia e di lì a poco un sacerdote si presentò al letto del malato grave. Poichè questo giaceva, però, già privo di conoscenza, il sacerdote chiese ad una parente, presente per assistere il malato, se Lorber avesse frequentato la chiesa. Costei replicò che la cosa doveva senz'altro essere ben nota, poichè Lorber nelle occasioni di grandi solennità ecclesiastiche aveva perfino partecipato personalmente, senza alcun compenso, al coro musicale. Al che il sacerdote chiese alla parente, in tono serio, se se la sentiva di assumersi la responsabilità morale se egli avesse impartito al morente i sacramenti. Dopo che essa rispose affermativamente senza esitare, il sacerdote eseguì senza ulteriori obiezioni il suo compito clericale e poi si allontanò di nuovo.
7. Intanto erano stati avvisati gli amici più intimi di Lorber del pericolo sopraggiunto all'improvviso circa il suo prossimo decesso, ma un violento temporale che era appunto scoppiato con estrema violenza ritardò di un poco l'arrivo delle persone chiamate. Lorber, che si era di nuovo un poco ripreso, fece cambiare la propria posizione nel letto e ora, mentre per dieci anni aveva dormito abitualmente con i piedi rivolti verso occidente, si fece sistemare in modo che il suo capo fosse rivolto verso questa direzione e il volto verso il sole nascente.
8. Nel frattempo, erano sopraggiunti gli amici sotto la pioggia torrenziale e fra questi anche il medico di casa, suo amico, ma Lorber non era più in grado di assumere la medicina che questi gli aveva prescritta. Egli giacque per qualche tempo immoto e dolorante, poi cominciò d'improvviso a stendere il corpo energicamente come un soldato che si sta rizzando, assunse una posizione orizzontale sulla schiena e il volto rivolto verso levante e, mentre la natura era in tumulto fra lo scoppiare dei fulmini e il rumoreggiare dei tuoni, egli divenne perfettamente tranquillo. Ora subentrò l'agonia e, dopo un quarto d'ora circa, il servitore di Dio si era addormentato dolcemente e il suo spirito, già da lungo tempo appartenente ad un mondo superiore, era rientrato nell'eterna patria (24 agosto 1864).
9. La sua spoglia esanime venne deposta in pace nel cimitero di St. Leonhard presso Graz, accompagnata da numeroso corteo, che di certo voleva rendere l'estremo omaggio più al ben noto virtuoso di violino che al teosofo per esso quasi sconosciuto.
10. Uno dei suoi amici segnò il luogo dove ora riposa la spoglia terrena di Lorber con una semplice lapide dove sono incisi sulla parte anteriore il nome, il giorno della nascita e della morte del trapassato, nonchè le parole consolatrici che Paolo rivolse a suo tempo ai Romani nell'ottavo versetto del 14° capitolo. In seguito, parecchi amici di Lorber acquistarono questa tomba e fecero piantare ai due lati della lapide una tuia, il cui nome tedesco "albero della vita" rammenta significativamente la missione vivificatrice del raro spirito che in quel posto ha reso alla terra il suo involucro mortale.
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