Jakob Lorber












  

















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Materializzazioni
   
   
   
   1. Finalmente si verificò anche un caso che fa presumere che Lorber avesse anche la capacità di svilupparsi come medium materializzatore, come lo si definirebbe nel linguaggio attuale. Egli abitava in quel tempo in una camera a pianterreno nella Wickenburggasse, dove la sua scrivania era posta direttamente vicino alla finestra, nella cui vicinanza a destra c'era la porta d'ingresso. Un giorno, così egli mi raccontò, mentre sedeva appunto al tavolo e scriveva, all'improvviso stava al suo fianco, sulla destra tra il tavolo e la porta, una figura femminile nell'usuale costume di allora che gli sorrise quando egli alzò gli occhi dalla penna, e aveva un aspetto amichevole e allo stesso tempo lieto come qualcuno al quale sia riuscita una sorpresa intenzionale. Egli riconobbe in quella figura la sua scolara R. d'un tempo, una giovane ragazza che aveva preso lezioni di canto da lui e che si era dedicata al palcoscenico come cantante, ma che era morta da un certo tempo. Allorché essa si accorse della faccia stupita con la quale egli la fissava, gli disse: "Sì, sì, sono proprio io! Toccami pure!" E poichè egli indugiava, ripetè pressantemente la sua richiesta: "Ebbene, toccami dunque!". E quando Lorber diede seguito a questo, sentì effettivamente la resistenza elastica di un corpo umano, ma non appena l'ebbe di nuovo lasciato, l'intera figura era anche improvvisamente scomparsa.
   2. Ero completamente allibito da questo racconto, ma non mi azzardai di obiettare qualcosa al narratore che, a sua volta aveva un aspetto misterioso per la meraviglia, e lasciai correre in silenzio tutta la cosa che propendevo a credere fosse più un'illusione dei sensi che non un fatto reale, ben sapendo che Lorber si sentiva offeso da ogni dubbio che metteva in forse le sue parole. Solo negli ultimissimi tempi, da quando da tutte le parti, specialmente dall'Inghilterra e dall'America, affluirono di frequente notizie sulle apparizioni tangibili e plastiche di spiriti, e studiosi famosi, non solo dalle nostre regioni, bensì anche dalla Germania, resero testimonianza della loro realtà, mi ricordai di nuovo di quel racconto di Lorber e questo acquistò ora ai miei occhi tanto maggior significato in quanto l'oggetto dello stesso veniva confermato decisamente dagli attuali fenomeni dello stesso genere e nel contempo veniva dimostrato che, per quanto riguarda Jakob Lorber, anche in questo genere di medianità può essere avanzata la pretesa di priorità.
   3. Nel mentre io con ciò concludo la mia coscienziosa narrazione sulla vita di Jakob Lorber e delle sue straordinarie doti. Sono perfettamente cosciente che coloro che sono presi dall'ideologia materialistica del presente considereranno il mio amico Lorber nonchè me, suo biografo, se non proprio come imbroglioni, almeno come ingannati da una forte autoillusione e che come tali, secondo i tratti del loro carattere, ci scherniranno oppure compiangeranno. I benevoli tra di essi cercheranno forse di scusare me, quasi novantenne, con il dire che la mia tarda età avrebbe indebolito talmente la mia facoltà di interpretazione e giudizio da essermi voluto presentare come testimone dei fatti avventurosi qui narrati. A questi miti giudici io faccio però osservare che quanto da me narrato si svolse nel periodo tra il mio 40° e 64° anno di vita, quindi in un'epoca in cui le energie spirituali dell'uomo di regola ancora non declinano fino all'incapacità d'intendere e di volere. In quei decenni mi fu affidata l'amministrazione di vari enti pubblici e in quel tempo ho anche pubblicato alcuni miei scritti.